6 milioni di italiani soffrono di stress lavorativo. Le ripercussioni e le malattie generate da esso sono riconosciute dall’Inail poiché vanno a colpire lo stato di salute del personale dipendente, sia a livello fisico che psichico. Ma a pagarne le spese è anche l’azienda che può registrare maggiori assenze sul lavoro, e quindi una minor produttività.
Se sei sensibile al benessere aziendale e alla salute dei dipendenti, posso aiutarti a misurare il livello di stress aziendale e a tracciare le misure per eliminarlo o per lo meno ridurlo.
Sono Veronica Bombieri, una Psicologa del lavoro e Psicoterapeuta di Verona
Lo stress, viene definito come una risposta psicofisica che si manifesta quando le richieste del lavoro superano le risorse o le capacità del lavoratore di farvi fronte o si scontrano eccessivamente con i suoi bisogni (National Institute for Occupational Safety and Health, 1999).
Perciò, prima che vi sia una risposta psicofisica, intesa come uno stato interno che interessa la sfera psicologica e fisica, ci deve essere uno stimolo che fa scattare il meccanismo dello stress.
Lo stimolo di innesco può essere costituito da caratteristiche dell'ambiente di lavoro o meglio da come queste (caratteristiche) vengono percepite e valutate dal lavoratore.
Se in seguito a tale valutazione l'individuo percepisce di non avere le capacità o le risorse per farvi fronte o percepisce un disallineamento con i suoi bisogni, allora sarà evocata una risposta psicofisica a breve termine, che può essere rappresentata per esempio da stati affettivi negativi, come tensione e nervosismo.
La valutazione va svolta in collaborazione tra il Datore di Lavoro, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, il Medico Competente, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (se presenti) e i lavoratori.
In qualità di esperto di stress da lavoro-correlato può essere presente anche uno psicologo del lavoro.
La presenza di un team di valutazione costituito da diverse figure istituzionali e professionali può rivelarsi particolarmente preziosa per diversi motivi.
La valutazione del rischio da stress lavoro-correlato è prevista dalle normative in materia di sicurezza sul lavoro poiché le risorse umane di un’azienda subiscono un forte impatto sull’efficienza lavorativa se si manifestano patologie legate allo stress lavorativo.
La valutazione è obbligatoria per tutte le aziende che hanno almeno un dipendente (Art. 28 D.Lgs. 81/2008).
Ci sono due tipi di motivi che possono condurre ad un aumento dei livelli di stress sul lavoro.
Mancanza di organizzazione del lavoro
Poca chiarezza nelle distribuzione degli incarichi e delle responsabilità
Difficoltà e ostacoli al percorso di carriera individuale
Carenze infrastrutturali: igiene e pulizia dell’ambiente lavorativo, barriere architettoniche, illuminazione, qualità dell’aria, umidità, ecc.
Elevate responsabilità in rapporto alle capacità
Orari di lavori inadeguati
Errata distribuzione del carico di lavoro
Divisione dei compiti inadeguata
Aggressioni durante il lavoro
Esposizione al disagio sociale
I sintomi si possono dividere in 3 tipologie:
sono quelli che si trasformano in ansia, paura, ossessione, paranoia, aggressività, bassa autostima e disturbi del sonno. Ne consegue una variazione dell’umore continua e quindi un’incapacità di lavorare serenamente, fino a soffrire di burnout e depressione.
possono intaccare gli organi del sistema cardiovascolare, gastrointestinale, o muscoloscheletrico, fino a far insorgere patologie immunitarie e psicosomatiche.
invece si notano in un peggioramento delle relazioni interpersonali, e rischiano di tramutarsi in dipendenza da alcol e droghe.
Se vuoi che nella tua azienda sia sempre presente un clima sereno e che le risorse umane presenti nei tuoi uffici o nei tuoi dipartimenti siano felici di recarsi sul lavoro, chiamami, possiamo mettere in atto delle strategie per evitare l’insorgere di stress da lavoro correlato.
Chiamami. Il percorso metodologico che pratico prevede le seguenti fasi:
Coinvolgimento top management e preparazione dell'organizzazione.
Azioni comunicative e informative.
Analisi documentale.
Azioni formative.
Valutazione del rischio (oggettiva/soggettiva).
Gestione del rischio (misure collettive/individuali).
Verifica e monitoraggio.
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